“Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani.”


L’infanzia e la vocazione pedagogica

Giovanni Bosco nacque nel 1815 ai Becchi, borgata di Morialdo nel comune di Castelnuovo d’Asti (ora Castelnuovo Don Bosco), nella cascina Biglione dove il padre lavorava come mezzadro.
A soli due anni rimase orfano di padre, e con la madre, i fratelli e la nonna si trasferì in un umile edificio agricolo adattato ad abitazione. Qui ricevette la preziosa educazione della madre, Margherita Occhiena (conosciuta principalmente come Mamma Margherita), riconosciuta come Venerabile nel 2006 dalla Santa Sede. È in questa casa che, all’età di soli nove anni, Giovanni Bosco fece il sogno profetico della sua futura missione: prendersi cura della gioventù.

La casa di mamma Margherita

La sua infanzia fu caratterizzata da povertà e sacrificio. La casa di mamma Margherita sorgeva su una collina utilizzata come scorciatoia per chi si recava dai paesi nelle vicinanze a Buttigliera e Castelnuovo (che già all’epoca era un centro agricolo e di commerci molto importante) ed era un punto di riferimento: i viandanti, soprattutto i più poveri, qui potevano sempre trovare ospitalità, ristoro e ovviamente un sorriso. Fu in questo clima di semplice solidarietà che crebbe il piccolo Giovanni: educato ai valori umani e cristiani dell’accoglienza e della carità, iniziò a manifestare il desiderio di studiare per diventare sacerdote.

Don Bosco

Nonostante avesse iniziato a lavorare molto presto, si impegnò molto nello studio e nella preghiera. Fondamentale nel suo percorso formativo fu l’incontro con Don Calosso, cappellano di Morialdo che divenne il suo primo insegnante di latino, nonché guida spirituale. Proseguì gli studi a Chieri, con successo e molti sacrifici, e il 25 ottobre 1835, a vent’anni, ricevette l’abito ecclesiastico nella chiesa di Castelnuovo.
Don Bosco venne ordinato sacerdote sei anni più tardi, il 5 giugno 1841.

L’Oratorio e l’impegno per i giovani

Si trasferì a Torino per completare la sua formazione in teologia morale e prepararsi al ministero, e lì il suo dinamismo intellettuale e caritativo e la sua profonda spiritualità lo spinsero a occuparsi dei ragazzi più abbandonati. Rispondendo alle necessità dei giovani decise di creare una casa per loro: l’Oratorio.
Trovò una sede fissa nella zona di Valdocco, nel 1846. Qui nel 1854 incrociò il suo destino e il suo impegno con il giovane Domenico Savio. Seguirono anni di lavoro, dedizione e preghiera per il bene della gioventù.

L’incontro col Papa e i Salesiani

Nel 1856 dovette affrontare una grave perdita, quando la madre Margherita venne a mancare, e l’anno dopo seguì la prematura e tragica scomparsa del quattordicenne Domenico Savio, di cui scrisse egli stesso la biografia.
Portò comunque avanti il progetto: un colloquio con il Ministro Rattazzi gli suggerì l’idea di istituire una società a scopo di beneficienza davanti allo Stato e istituzione religiosa davanti alla Chiesa. Incoraggiato da un incontro con Papa Pio IX, presentò ufficialmente ai suoi più stretti collaboratori la Pia Società Salesiana, dedicata a San Francesco da Sales (1567-1622), considerato il padre della spiritualità moderna, nonché la più importante figura religiosa della Savoia divenuto poi Santo Patrono della Regione Piemonte.

Un lascito eterno

La Società salesiana di San Giovanni Bosco nacque così, nel 1859, e si sarebbe ben presto espansa, aiutando, istruendo ed educando ragazzi in tutto il mondo.
Nel 1872, in seguito all’incontro con Maria Mazzarello, nacque l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per l’educazione e formazione delle ragazze. Don Bosco morì il 31 gennaio 1888, a 73 anni. Fu dichiarato Beato il 2 giugno 1929 e nella Pasqua del 1934 venne proclamato Santo da Pio XI.
Il suo messaggio spirituale, la sua attività apostolica e missionaria sono oggi presenti in 132 nazioni.

 

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