Tonda E Gentile I.G.P.
Antico e pregiato frutto a guscio, la nocciola si caratterizza per una serie di proprietà organolettiche che la rendono perfetta sia per la cucina dolce che per quella salata.
Di forma tonda e dal guscio sottile, la nocciola possiede un aroma delicato ma persistente, con una polpa croccante all’assaggio e un gusto complesso che ricorda quello del cacao.
La nocciola del Piemonte si caratterizza per un’eccellenza qualitativa a livello globale, riconosciuta dal 1993 con la certificazione di indicazione geografica protetta (I.G.P.).
La sua tutela, vigilanza, valorizzazione e promozione vengono garantite dal Consorzio Tutela Nocciola Piemonte .
Le aree di coltivazione
La zona di produzione della Nocciola IGP è nel basso Piemonte, in particolare nell’Alta Langa, e nelle zone del Roero e del Monferrato.
Quest’area possiede le condizioni perfette per la coltivazione delle nocciole: un territorio fresco, poco argilloso, con un clima mite e ben ventilato grazie alla brezza marina proveniente dalla vicina Liguria.
Il metodo di produzione
La coltivazione del nocciolo avviene attraverso il metodo a cespuglio: con questa tecnica l’albero viene fatto sviluppare in larghezza mantenendo dai sei agli otto fusti basali, dove si sviluppano i frutti.
La raccolta avviene tra i mesi di agosto e settembre, quando la nocciola ha raggiunto la sua massima maturazione e inizia a staccarsi dalla pianta per cadere al suolo. Una volta raccolte, le nocciole vengono protette dall’umidità e fatte essiccare al sole. Il prodotto viene infine conservato all’interno di locali areati e chiusi.
Curiosità Storiche
Il nocciolo è stato uno dei primi alberi da frutto coltivato dall’uomo, e in epoca romana veniva regalato come augurio di gioia. Per altri si trattava addirittura di un albero magico: secondo la tradizione, i rabdomanti usavano i rami di nocciolo per individuare le sorgenti d’acqua sotterranee e costruire i pozzi.
La Nocciola Piemontese IGP divenne famosa dopo il 1806, anno in cui Napoleone impose un blocco continentale all’importazione di prodotti provenienti dall’Inghilterra e dalle sue colonie.
Non avendo più a disposizione grandi quantitativi di cacao, i maestri pasticceri piemontesi si ingegnarono e lo sostituirono con la farina derivata dal prodotto principe del loro territorio: la nocciola. Fu proprio in quest’epoca che il mastro cioccolatiere Michele Prochet, in società con l’imprenditore Paul Caffarel, diede vita al famoso cioccolatino piemontese: il gianduiotto.