“Non dobbiamo semplicemente fare il bene: dobbiamo farlo con diligenza e nel miglior modo possibile. La pazienza va seminata dappertutto.”
L’infanzia in Oratorio
Giuseppe Allamano nacque nel 1851 a Castelnuovo d’Asti, tra le vigne, come soleva raccontare di sé. Era nipote di San Giovanni Cafasso. Rimasto orfano del padre a soli tre anni, fu accolto nell’Oratorio aperto da San Giovanni Bosco, a Torino Valdocco, dove ricevette un’educazione profondamente religiosa, e poi entrò in seminario.
Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1873.
L’impegno religioso
Giovanissimo, a soli ventinove anni diventò Rettore del Santuario Mariano della Consolata e del Convitto Ecclesiastico per la formazione dei Sacerdoti.
Per diffondere la devozione nei confronti della Vergine e sollecitare la generosità nei fedeli, nel 1904 Giuseppe fondò la rivista “La Consolata”, che riscosse subito successo all’interno della comunità.
La vocazione missionaria
Avrebbe voluto farsi missionario, ma la sua salute cagionevole non glielo permise.
Così nel 1901, ispirandosi all’opera di un suo conterraneo, il Cardinale Guglielmo Massaia (nato a Piovà, oggi Piovà Massaia, in provincia di Asti, nel 1809) fondò l’Istituto Missioni Consolata che lo portò ad aprire l’anno seguente le prime Missioni in Kenya.
Nove anni dopo, nel 1910, sollecitato dallo stesso papa Pio X durante un’udienza, fondò l’Istituto delle suore Missionarie della Consolata per poter contare su un aiuto femminile sul campo.
Un grande lascito
Morì di polmonite a Torino il 16 febbraio 1926, e ai suoi funerali si presentò una folla incredibile. La sua salma oggi è conservata nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, a Torino.
Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.