Vescovo cattolico, fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe“Quando la meta è fissa, crolli il mondo, bisogna guardare là e sempre là.”


Le origini e il richiamo religioso

Seppur nato a Torino, San Giuseppe Marello trascorse gran parte della sua vita nella provincia di Asti, a partire dalla sua fanciullezza a San Martino Alfieri, per proseguire con i suoi studi nel seminario di Asti nel 1856. La vocazione lo colse a undici anni, dopo aver visitato in pellegrinaggio il Santuario della Madonna della Misericordia di Savona, alla quale divenne un grande devoto.
Nel periodo seminaristico, colto da una profonda crisi giovanile di tipo socio-cuilturale, interruppe gli studi per trasferirsi a Torino dove studiò nel settore tecnico commerciale. Fu in questo periodo che il Marello si interessò ai problemi e alle complessità della società, che divennero in seguito parte del fulcro del suo operato religioso.
Nel 1863, ammalatosi di tifo e guarito miracolosamente dopo aver chiesto la grazia alla Madonna, decise di rientrare in seminario.

L’impegno sacerdotale

Nel 1868 fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Asti da Mons. Carlo Savio, che subito lo volle come suo segretario.
Si dedicò con zelo alle confessioni, alla direzione spirituale, alla catechesi, organizzando corsi serali per i giovani operai. Sempre pronto ad aiutare il clero della Diocesi nel ministero pastorale, si impegnò nella cura degli anziani, facendosi carico di una Casa di riposo che non possedeva mezzi per aiutare i ricoverati.

Un’ispirazione per i giovani

Dimostrò particolare interesse nella formazione morale e religiosa dei giovani, che incoraggiava affinché seguissero le proprie vocazioni. In una lettera all’amico Stefano Delaude, a soli vent’anni, esprime la sua concezione di vita sacerdotale come realizzazione di un’ideale nel quale impegnare, con determinazione e volontà, tutte le proprie energie.
La gioventù trascorsa a Torino lo aveva sensibilizzato sulle condizioni spesso problematiche dei giovani, “troppo abbandonati a sé stessi” da una società avviata alla industrializzazione ma poco attenta ai problemi sociali. Questo momento storico lo rese, come altri protagonisti ecclesiastici di Torino, un santo “sociale” .

La fondazione della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe

Il suo desiderio di dedicarsi totalmente al Signore lo portò a progettare una “Compagnia” che facesse rivivere nella città di Asti la vita religiosa maschile, soffocata dalle leggi dell’epoca. Il 14 marzo 1878 fondò la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe, a cui affidò in modo particolare la formazione della gioventù, l'aiuto ministeriale alla Chiesa locale e la diffusione del culto a San Giuseppe.

Gli ultimi anni e la santificazione

Nel 1889 fu nominato Vescovo di Acqui da Leone XIII e consacrato a Roma. Grande fu il suo impegno pastorale profuso in tutta la diocesi, attento e sensibile agli interessi della chiesa in un momento particolare della storia italiana. Appena cinquantenne, morì a Savona il 30 maggio 1895, dove si era recato, nonostante le precarie condizioni di salute, per le manifestazioni del terzo centenario della morte di San Filippo Neri.Giovanni Paolo II lo proclamò Beato ad Asti il 26 settembre 1993 e in seguito lo proclamò Santo il 25 novembre 2001 a Roma. È sepolto ad Asti in una cappella del Santuario di San Giuseppe.

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